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L'Italia in questi ultimi decenni è stata testimone di una straordinaria e silenziosa rivoluzione sociale che riguarda il modo e il luogo di nascere, con conseguenze diverse e ancora non del tutto chiare. La medicalizzazione ha, in parte, contribuito ad aumentare la sopravvivenza materno-infantile ma corre il rischio di sopraffare la normalità del parto fisiologico, trasformando ogni donna in una "paziente" come se l'evento nascita fosse "patologico" in sé. Eppure la maggior parte delle donne e dei bambini sono soggetti "sani" e come tali devono essere osservati, accompagnati e assistiti. Il volume nasce dall'esperienza clinica e di formazione nei corsi per ostetriche e medici tenuti dalle autrici, a cui si aggiunge il contributo di diversi professionisti da anni impegnati a cambiare l'attuale assistenza alla nascita fisiologica. L'intento è cercare di connettere il sapere di base e quello clinico/critico, fondato sulle evidenze scientifiche (ma non solo), per favorire la fisiologia, per tradurre in pratica assistenziale il principio che le normalità sono tante, per rigenerare la pratica ostetrica coniugando "mani, cervello e cuore". Il testo è attraversato da parole di donne e operatori e da intermezzi poetico-letterari per ricordare che il linguaggio sulla nascita non è soltanto quello medico.